80.000 soldati ucraini a Bakhmut e poi?

Infosannio.com. Di Alessandro Orsini. Stoltenberg dichiara: “L’Occidente si prepari a sostenere Kiev in una lunga guerra di logoramento”. A me non risulta che la Costituzione Italiana consenta ai nostri governi di partecipare a guerre di logoramento di lungo periodo, magari decennali. La nostra Costituzione suggerisce altro. Suggerisce che, una volta scoppiata una guerra, l’Italia non partecipi ai preparativi per una guerra di lungo periodo, bensì ai preparativi per la pace o per un’attenuazione del conflitto. Nel mio articolo d’esordio per il Fatto quotidiano, spiegavo, utilizzando la metafora biologica di Spencer, che la comunità internazionale può essere concepita come un organismo in cui ogni Stato rappresenta un arto o un organo che svolge una funzione vitale. La funzione vitale svolta dall’Italia è quella della mediazione internazionale. Non sono io a stabilire che l’Italia debba essere mediatrice in questo conflitto; non è quel cattivo del professor Orsini ad averlo stabilito. Mi limito a ricordare lo spirito della Costituzione Italiana. Aggiungo che Zelensky, stando a ciò che ha appena dichiarato il capo della Wagner, ha ammassato circa 80.000 soldati da mandare a Bakhmut. Se la Russia arretrasse in quella roccaforte, i civili ucraini andrebbero incontro a pene indicibili. Dopo essersi riorganizzato, l’esercito russo finirebbe di sventrare quel che resta dell’Ucraina con relativo massacro di bambini. La mia previsione troverebbe nuove conferme anche se gli ucraini riprendessero Bakhmut: “Per ogni proiettile della NATO che gli ucraini lanceranno contro i russi, i russi ne lanceranno dieci contro gli ucraini”.

Perdonate lo sfogo, ma davvero non riesco a capire come i media dominanti del mio amatissimo Paese si possano essere rimbecilliti fino a questo punto e come possano avere smarrito ogni umanità e sentimento di umana compassione e di vicinanza alle sofferenze dei più deboli. I nostri partiti politici non devono essere fedeli alla Costituzione americana, ma a quella italiana. A Costituzioni politiche differenti corrispondono culture politiche differenti e, quindi, logiche di ragionamento divergenti. In Italia è deragliato il modo pubblico di pensare, di ragionare, di dedurre e di contro-dedurre. Me ne accorgo dai dibattiti in televisione. Quando giro i canali: La7, Rai, Mediaset, Radio Rai, mi sembra di vivere in un mondo rimbecillito. “L’Italia ripudia la guerra”, dicono i miei detrattori, che però dimenticano l’altra parte dell’articolo 11 che dice che l’Italia promuove la pace. La Costituzione Italiana non si limita a ripudiare la guerra. Non esprime soltanto un rifiuto. Il no alla guerra è la premessa del sì alla pace. Certi politici furbacchioni fingono di non capirlo.
Avanzi l’Italia, avanzi la pace.

Pubblicato da sangha

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